Prima di tutto ho ringraziato la signora Concetta Abbatelli presidente
del Lyceum Club tutti i soci, gli amici ed in particolare Paolo e
Franca Milasi per la recita di alcune poesie, S.E.Rev.Mons. Salvatore
Gristina Arcivescovo di Catania, mio figlio adottivo George Kerketta, i
miei parenti e mio fratello noto poeta e scrittore Don Santino Spartà.
"Progetto d'Amore"
adotta un ragazzo che desidera farsi sacerdote, sarà tuo figlio.
Penso spesso che in ciascuno di noi Dio pone o assegna un progetto da
realizzare nella nostra vita. Ma a volte per timore, per pigrizia, per
paura o perchè non si hanno le idee molto chiare si rimanda al "poi lo
farò".
Io credo che anche in me fin dalla mia più tenera età c'era nel
profondo del mio cuore un meraviglioso sogno, che però non capivo. Fino
a quando ho incontrato George, allora giovane seminarista, e da quel
momento si è delineato molto chiaro quello che io dovevo realizzare
nella mia vita.
Ed ecco il mio Progetto d'amore.
Infatti questa mia iniziativa è scaturita proprio dall’adozione di un seminarista indiano adesso già sacerdote.
Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia molto credente ed ho frequentato le
scuole in un collegio di suore dove ho acquisito una buona formazione spirituale che mi ha dato le basi per una sana vita cristiana fondata sulla preghiera. Una grande importanza ha avuto per me
la lettura della Sacra Bibbia nell'età giovanile. Questa grandiosa
storia ispirata da Dio all'uomo e tramandata da secoli a tutta
l'umanità, mi arricchiva, mi affascinava e mi interessava sempre più.
Apprendevo con molto entusiasmo il racconto del popolo prediletto e dei
vari profeti che offrivano le primizie a Dio.
Ecco "un giorno anch'io" dissi "offrirò il mio primo figlio al Signore!"
Da giovanetta ebbi inoltre l’incarico di zelatrice missionaria,
fin da quando alcuni missionari vennero nel mio paese a parlare di
un’altra realtà lontana dalla nostra e bisognosa di sostegno, cui
dedicavano la loro vita. Queste realtà fatte di povertà, di stenti, di
sofferenza, di analfabetismo, toccarono il mio cuore e da allora, pur
rimanendo nel mio paese, mi sono adoperata per aiutare i missionari
dando loro tutto il sostegno di cui ero capace e coinvolgendo in questo
anche altre persone della comunità che come me desideravano dare il
loro contributo.
Qualche anno dopo, desiderosa di fare una esperienza concreta di
servizio con i più giovani, feci domanda alla P.O.A. (Pontificia Opera
Assistenza) e da questa mi venne affidato l'incarico di educatrice
nella colonia estiva. La mia classe, formata da 28 ragazzi di 10-12
anni circa, partecipava quell'estate ad una gara di religione. In
quella occasione grande fu il mio impegno per prepararli adeguatamente
impartendo loro svariate lezioni di catechismo. La passione e la cura
amorevole che avevo loro dedicato per istruirli diede i suoi frutti,
poiché il giorno della gara tutta la classe rispondendo esattamente
alle domande venne premiata! Immensa fu la mia gioia perché finalmente
avevo vissuto concretamente una esperienza missionaria.
Dopo questo periodo della mia vita vissuta accanto ai giovani, mancava
poco tempo alla mia partenza per le missioni, ma i disegni di Dio su di
me erano ben altri. Infatti, avendo da sempre coltivato il desiderio di
avere un figlio sacerdote quando ero in attesa di Giuseppe, dentro di me
io ho offerto al Signore questo mio figlio come missionario. Giuseppe
però è nato disabile.
All’inizio non capivo perché il Signore avesse permesso ciò, fino a
quando nel 1971 feci il mio pellegrinaggio a Lourdes con l’UNITALSI da
volontaria nella speranza del miracolo. Lungo il viaggio conobbi Mons.
Paoletti allora assistente nazionale dell’UNITALSI al quale confidai la
mia storia. Dopo una lunga ed intensa conversazione mi fece capire qual
era il disegno di Dio e mi disse “il Signore vuole te missionaria”. Da
quel momento una luce nuova illuminò la mia vita ed avvenne il
miracolo. Giuseppe fu per me un dono prezioso, il fiore più bello del
giardino di Dio, il mio Gesù sempre presente.
Così, rispondendo subito "si" alla chiamata, cominciai ad andare ogni
anno in pellegrinaggio con il treno bianco, per ringraziare la Madonna
del miracolo ricevuto.
Durante il viaggio verso Loreto nel 1995 ho incontrato George, allora
giovane seminarista lontano da casa, e nacque subito una simpatia ed
un’amicizia. Studiava nel seminario di Catania e da quel giorno è
entrato a far parte della mia famiglia e l’ho considerato subito un mio
figlio.
Adottare George è stato un gesto d’amore dal quale ho ricevuto
immensamente di più, incontrarlo mi ha fatto sentire più realizzata e
più mamma.
Dopo la sua ordinazione sacerdotale, non avendo più bisogno di sostegno
economico, mi invitò ad aiutare due ragazzi indiani del suo villaggio e
così ho fatto. Ho adottato a distanza Thomas che ora ha 16 anni e
studia alla scuola superiore, e Rosan 20 anni attualmente
all’Università.
In seguito ho conosciuto un missionario comboniano, Padre Bruno Gilli,
della missione cattolica del Togo (Africa), tramite una monaca
clarissa, Suor Antonella, del monastero di S. Giuseppe di San Gregorio
di Catania, che gli ha parlato del mio Progetto d'Amore.
Immediatamente mi inviò un suo pensiero in proposito di cui do' subito lettura.
Cara Signora,
ho sentito del suo grande impegno missionario.
Continui sempre così sicura che è la sua vocazione ed il suo carisma missionario
ricevuto nel Battesimo e nella Confermazione.
Coinvolga anche altri, sicura che bisogna essere missionari per essere autentici Cristiani.
La saluto e Le auguro ogni bene.
Grazie di tutto, e la benedico.
Padre Bruno GILLI
Successivamente Padre Bruno mi invitò ad aiutare uno studente che si
chiama John Agboli (cioè Giovanni) ed è originario del Ghana, che però
è ancora postulante e quindi ci vorrebbero otto anni prima di arrivare
al sacerdozio e così ho fatto.
Oggi, alla luce di quanto è avvenuto, penso che non solo la Vergine
Santa mi ha fatto incontrare George per coronare pienamente il mio
sogno, ma era ben giusto che Dio non si accontentasse di un solo
missionario ma che ne volesse tanti.
Sono sicura che tutto ciò è opera di Dio e per questo Gli dò gloria ed
onore, affinchè la luce di Cristo risplenda su di me perchè diventi
guida per il mio cammino.
Sento forte nel mio cuore il desiderio di ringraziare il Signore che
mi ha illuminata e mi sta utilizzando per diffondere il Suo Amore fra
la gente bisognosa di aiuto e di conforto.
Adesso che questo progetto è ufficializzato e si diffonde sempre più, sono
molto contenta e mi sento sollevata dalla collaborazione di tanta gente
che ha già aderito a diverse adozioni sia a distanza che nel Seminario
di Catania.
Dopo 3 anni e 4 mesi dalla sua prima presentazione, il 23 Agosto del 2006 e più precisamente nell'Anfiteatro del Piccolo Seminario di Biancavilla, presento per la sesta volta il mio Progetto e sento fortemente il bisogno ora di raccontare come realmente sia nato, quale fu il movente e come il Signore si serva di semplici persone per portare avanti una sua opera.
In occasione del 10° anniversario della scomparsa del mio caro Giovanni, il 20 Ottobre 2002, ho voluto una Santa Messa diversa dagli altri anniversari celebrata da mio figlio adottivo Don George Valentine Kerketta e con molti invitati. Poco prima dei ringraziamenti, una mia amica mi disse: "Antonella parla del tuo Progetto!". Io non dovevo parlare di nessun progetto, dovevo solo ringraziare tutti gli amici, colleghi e parenti presenti, dare loro in dono un libro di poesie in ricordo del mio caro Giovanni e con il ricavato delle offerte mantenere agli studi 2 seminaristi indiani. Esattamente un mese dopo, in occasione di una serata di beneficenza, incontrai la stessa amica che mi disse: "Antonella, ma tu quel giorno non hai parlato del tuo Progetto! Forse non hai le idee chiare?". Fui sorpresa e turbata da quella domanda fatta per la seconda volta e risposi:" Si, ci devo pensare." Di fatti ci ripensai e ripetendo nella mia mente -progetto, progetto, ma di quale progetto dovevo parlare?- risuonò dentro di me la frase "Progetto d'Amore": altri come me avrebbero potuto adottare un seminarista in difficoltà per aiutarlo a realizzare il suo desiderio di diventare sacerdote.
Dopo l'iniziale entusiasmo, ho avuto forti dubbi sulle mie capacità a gestire un progetto di tale portata, ma sentivo dentro di me che quella era una chiamata del Signore alla quale non potevo dire di no. Avevo però bisogno di un saggio consiglio e di un aiuto spirituale, così attraverso il conforto della preghiera, invocai lo Spirito Santo: "Spirito Santo, Eterno Amore, illuma il mio cuore e la mia mente e fammi capire cosa vuoi da me". Mi venne in mente di chiamare il mio Vescovo Mons. Salvatore Gristina, ma lui non era in sede e il suo segretario mi disse di lasciare il mio numero che così mi avrebbe fatto chiamare al suo ritorno. Quando ricevetti la sua telefonata, gli chiesi un appuntamento perché avevo bisogno necessariamente di parlare con lui. Il 3 Febbraio 2003, durante il nostro incontro, gli confidai i miei pensieri, i miei timori riguardo il Progetto e la frase da scegliere, ma lui m'incoraggiò e mi disse: "Di queste iniziative ce ne vorrebbero a centinaia, si consigli sempre con suo figlio George.". Così mi diede l'approvazione per presentarlo ufficialmente e la sua santa benedizione.
Oggi so che il Signore ha ascoltato la mia preghiera e l'ha esaudita, ma secondo i Suoi disegni. Era mio desiderio avere un figlio sacerdote, ma il Signore me ne vuole dare molti di più!
Ringrazio tutti voi molto affettuosamente per essermi vicino in questa mia iniziativa.
Antonella Spartà Maugeri
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